• Promozione della salute
  • Cultura della memoria viva ed educazione civica
  • Nuovo welfare

Promozione della salute

Nell’ottica della promozione e sviluppo di comunità (community care) e avviando percorsi di empowerment e di self-empowerment la Fondazione Devoto propone progetti di cittadinanza attiva e consapevole per l’individuo e per la comunità.
Il metodo previsto è quello della presa in carico, dell’auto-aiuto, della promozione di educazione alle abilità di vita (life skills education) e recupero delle potenzialità residue nei soggetti fragili e molto fragili.
La mission della Devoto è la promozione della consapevolezza e della responsabilità di ciascuno nella tutela della salute individuale e di comunità.
Tra le esperienze della Fondazione Devoto legate alla promozione della salute ricordiamo:

  • Deistituzionalizzazione dell’Ospedale Psichiatrico di San Salvi, con la promozione e avvio alla normalità di persone rimaste in ospedale per quasi trent’anni.
  • Cura trattamento e riabilitazione di soggetti con problemi di dipendenza da alcol, droghe, sostanze psicoattive, introducendo in Italia il metodo Hudolin (MITA), attraverso il coinvolgimento delle famiglie.
  • Impianto di gruppi di auto-aiuto e creazione del Coordinamento Toscano dei Gruppi di Auto Aiuto.
  • Promozione di strutture intermedie di psichiatria tramite il Coordinamento Nazionale dei Centri Diurni.
  • Promozione di Fondazioni “dopo di noi”, dove le famiglie diventano protagoniste del futuro dei figli disabili dopo la loro morte, attraverso il coinvolgimento della comunità e del territorio rispetto al destino dei loro cittadini disabili.
  • Promozione degli stili di vita, intesa come “educazione al cambiamento degli stili di vita” per cittadini con problemi psichiatrici e di tossicodipendenza. In questo ambito, il cambiamento è inteso come un’azione in divenire (“changing”) e non come un’azione definitiva (“change”).
  • Formazione nelle scuole, lavorando sui bisogni e non con una semplice trasmissione di competenze.
  • Tra i progetti attivati per le scuole, ricordiamo la formazione alla genitorialità consapevole seguendo il metodo delle “life skill education”, ideato dal Professor Mario Bertini dell’Università La Sapienza di Roma.
  • La Fondazione Andrea Devoto figura, inoltre, tra i fondatori della Società Italiana di Riabilitazione Psicosociale.

Cultura della memoria viva ed educazione civica

Il concetto di “Memoria Viva” nasce in due importanti scritti di Andrea Devoto, “La tirannia psicologica” (1958) e “Il comportamento umano in condizioni estreme” (1985), entrambi dedicati all’analisi della violenza e della tirannia psicologica all’interno delle istituzioni totalitarie.
La memoria delle atrocità del passato è una chiave di lettura per interpretare e leggere i fatti attuali e le connessioni con realtà di violenza ed esclusione nel nostro tempo. La memoria attiva e partecipata è, quindi, un elemento formativo per i ragazzi di oggi che – tramite riflessioni sul passato – possono leggere con maggiore lucidità il presente e, con esso, immaginare e progettare un futuro diverso.
Secondo Devoto, la memoria delle atrocità dei campi di concentramento nazisti rischiava di essere dimenticata se non raccontata. In particolare, Andrea Devoto approfondì gli eventi concentrazionari non solo dal punto di vista storico, ma anche da un punto di vista economico e antropologico.
Nei primi otto anni di attività, la Fondazione ha promosso anche premi laurea dedicati a Miriam Novitch e Ilda Verri.
Nel 1985 la Regione Toscana assegnò a Devoto il compito di intervistare i sopravvissuti toscani ai campi di sterminio. Queste interviste hanno portato alla stesura del volume “La speranza tradita” in cui sono raccolte le testimonianze di 70 deportati.
Dalla deportazione al ritorno a casa il racconto dei sopravvissuti, attraverso le loro parole, ci permette di rivivere il calvario di cittadini comuni (i settanta intervistati non erano ebrei, né prigionieri politici) che hanno vissuto le atrocità dell’oppressione e del nazismo e del loro ritorno a casa senza essere accolti, perché nessuno ha creduto possibile la veridicità dei loro racconti.
La Fondazione Devoto ha raccolto questo messaggio e ha promosso l’area della Memoria Viva con metodologie pedagogiche che permettano ai giovani di oggi la comprensione del senso dell’esclusione e della perdita di intere popolazioni che ora fuggono vittime dell’oppressione, della guerra e della fame.

Nuovo welfare

La Fondazione Devoto rappresenta un osservatorio puntuale e rigoroso delle situazioni di disagio, di sofferenza e di esclusione sociale.
La Fondazione parte dall’analisi del disagio dei cittadini fragili, degli operatori sociali e dei familiari rilevandone le criticità e evidenziandone le potenzialità.
Per statuto la Fondazione Devoto svolge le sue ricerche e i suoi progetti in accordo con l’Istituzione (Enti Locali, Aziende Sanitarie, Società della Salute) condividendo con loro gli obiettivi e la mission di tutela del benessere della collettività e per il cambiamento (changing) del welfare.
Un esempio di ricerca della Fondazione Andrea Devoto:
Nel corso del 2015 la Fondazione Devoto ha svolto una ricerca all’interno delle strutture per tossicodipendenti e psichiatriche della Toscana su richiesta della Regione. A differenza della richiesta delle istituzioni (“valutazione sulle strutture”), la Fondazione ha impostato il proprio lavoro coinvolgendo i vari “attori” delle strutture partendo dai responsabili di struttura fino ad arrivare agli operatori e quindi agli utenti.
Questo metodo di lavoro ha permesso di avere una ricerca “partecipata” di tutti gli attori di un determinato contesto. E’ solo così che si produce un cambiamento e una valorizzazione degli operatori e degli utenti.